Per contribuire alla salvaguardia del mondo in cui viviamo, ognuno di noi dovrebbe prestare maggiore attenzione nell’evitare il più possibile di creare spazzatura e rifiuti che danneggiano l’ambiente. Questo piccolo ma importante gesto, oltre a rispettare la natura, eliminerebbe parte dell’inquinamento atmosferico, provocato da discariche e inceneritori.
Se prestassimo maggiore attenzione, nel quotidiano potremmo contribuire in modo sostanzioso al miglioramento del nostro benessere e al risparmio di risorse energetiche e ambientali. Riciclare, infatti, non è semplicemente una buona norma civica ma un presupposto fondamentale alla salvaguardia degli ecosistemi e delle sempre più scarse risorse globali. Possiamo quindi ricapitolare un decalogo delle norme generali adatte a questo scopo, iniziando ad elencare i principi generali da osservare nella vita quotidiana. Questa necessità nel concepire un mondo in cui uomo ed ambiente coesistono nel pieno rispetto, si chiama Zero Waste Program ed è un movimento internazionale promosso dal professore universitario Paul Connet. In Italia il primo comune italiano a mettere in pratica questa metodologia è stato Capannori, in provincia di Lucca. In questa città ogni persona ha compreso l’importanza di certe abitudini portando al raggiungimento del riciclaggio del 90% di materiale di rifiuto. Questa rivoluzione culturale parte dall’educazione collettiva e dalla comprensione che dividendo i materiali di scarto questi passano dall’essere immondizia ad essere risorsa. Ecco quindi le dieci regole di questa “rivoluzione semplice”.
1) Separazione alla fonte: organizzare la raccolta differenziata. La gestione dei rifiuti non e’ un problema tecnologico, ma organizzativo, dove il valore aggiunto non e’ quindi la tecnologia, ma il coinvolgimento della comunità chiamata a collaborare in un passaggio chiave per attuare la sostenibilità ambientale.
2) Raccolta porta a porta: organizzare una raccolta differenziata “porta a porta”, che appare l’unico sistema efficace di RD in grado di raggiungere in poco tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%. Quattro contenitori per organico, carta, multi materiale e residuo, il cui ritiro e’ previsto secondo un calendario settimanale prestabilito.
3) Compostaggio: realizzazione di un impianto di compostaggio da prevedere prevalentemente in aree rurali e quindi vicine ai luoghi di utilizzo da parte degli agricoltori.
4) Riciclaggio: realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio e il recupero dei materiali, finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva.
5) Riduzione dei rifiuti: diffusione del compostaggio domestico, sostituzione delle stoviglie e bottiglie in plastica, utilizzo dell’acqua del rubinetto (più sana e controllata di quella in bottiglia), utilizzo dei pannolini lavabili, acquisto alla spina di latte, bevande, detergenti, prodotti alimentari, sostituzione degli shoppers in plastica con sporte riutilizzabili.
6) Riuso e riparazione: realizzazione di centri per la riparazione, il riuso e la decostruzione degli edifici, in cui beni durevoli, mobili, vestiti, infissi, sanitari, elettrodomestici, vengono riparati, riutilizzati e venduti. Questa tipologia di materiali, che costituisce circa il 3% del totale degli scarti, riveste però un grande valore economico, che può arricchire le imprese locali, con un’ottima resa occupazionale dimostrata da molte esperienze in Nord America e in Australia.
7) Tariffazione puntuale: introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere. Questo meccanismo premia il comportamento virtuoso dei cittadini e li incoraggia ad acquisti piu’ consapevoli.
8) Recupero dei rifiuti: realizzazione di un impianto di recupero e selezione dei rifiuti, in modo da recuperare altri materiali riciclabili sfuggiti alla raccolta differenziata, impedire che rifiuti tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria e stabilizzare la frazione organica residua.
9) Centro di ricerca e riprogettazione: chiusura del ciclo e analisi del residuo a valle di RD, recupero, riutilizzo, riparazione, riciclaggio, finalizzata alla riprogettazione industriale degli oggetti non riciclabili, e alla fornitura di un feedback alle imprese (realizzando la Responsabilità Estesa del Produttore) e alla promozione di buone pratiche di acquisto, produzione e consumo.
10) Azzeramento rifiuti: raggiungimento entro il 2020 dell’ azzeramento dei rifiuti, ricordando che la strategia Rifiuti Zero si situa oltre il riciclaggio. In questo modo Rifiuti Zero, innescato dal “trampolino” del porta a porta, diviene a sua volta “trampolino” per un vasto percorso di sostenibilità, che in modo concreto ci permette di mettere a segno scelte a difesa del pianeta.
(di Lorenzo Arch.Bagnoli)